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Valore legale dei titoli in consultazione pubblica! PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Mercoledì 07 Marzo 2012 01:00

(Da ediltecnico.it)

La consultazione pubblica online sul valore legale della laurea inizierà giovedì 22 marzo 2012.

A partire da quella data,collegandosi al sito web del Ministero dell’istruzione si potrà accedere a una pagina dedicata, dove sarà messo a disposizione un documento di base, una sorta di piattaforma sulla quale innescare la discussione se abolire o meno il valore legale del titolo di studio.

Ricordiamo che già a fine gennaio era stata sul punto di essere inserita nel decreto sulle semplificazioni una norma, fortemente voluta dal premier Mario Monti, che avrebbe abolito il valore legale della laurea (leggi articolo), sancendo quindi una differenza tra un titolo di studio conseguito in un’università di prestigio e quella presa in un’università telematica (a questo proposito si rimanda anche a una recente analisi del Centro Studi del CNI sull’anomalia dei corsi di laurea in ingegneria attivati dalle Università telematiche).

Le proteste di studenti, professori, sindacati, e anche le perplessità dei Ministri Severino e Cancellieri, avevano fatto desistere il Governo dall’inserire la norma nel decreto liberalizzazioni. “Abbiamo scoperto che è un tema più complicato di quanto possa sembrare”, aveva commentato il Presidente del Consiglio, spiegando il motivo della ‘scomparsa’ del provvedimento dal testo del decreto.

Le modalità della consultazione pubblica

Da qui la decisione di attivare una consultazione pubblica attraverso internet e che durerà circa 20 giorni. Per partecipare alla discussione e dire la propria opinione, sarà obbligatoria la registrazione per evitare il rischio di votare più volte.

 

Anche il meccanismo di consultazione è ancora oggetto di discussione presso gli esperti del Ministero dell’istruzione. Si fanno strada due ipotesi: un questionario a risposta multipla, oppure uno spazio aperto, nel quale i partecipanti potranno scrivere liberamente le proprie convinzioni.

Quello che è per ora pare certo è che non sarà predisposto un semplice quesito ‘Sì-No’, per non trasformare la questione del valore legale della laurea in una sorta di referendum.

 
Il CoGePaPi sogna... o delira? PDF Stampa E-mail
Articolo di: vitellozzo (username)
Scritto da Per. Ind. Girolamo Lazza   
Martedì 06 Marzo 2012 01:00

Tardiva operazione della triade: geometri, periti agrari e periti industriali al lavoro per accorparsi entro il 12 agosto.

La fusione dei tre Collegi darebbe vita a un organismo da 163mila iscritti e consentirà risparmi sulle cariche e le strutture.

(leggi l'articolo di Centro studi CNI tratto da Il Sole 24 Ore)

Questo gruppo di coordinamento rivendica la paternità di un progetto datato 2003, maldestramente imitato, stravolto e oggi riesumato dal Comitato Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali come ultima spiaggia in cambio della sopravvivenza dei micropoteri ordinistici e corporativisti di cui da anni l'Europa (e non solo) chiede l'eliminazione.

Sembrerebbe che, dopo aver concorso a far precipitare i periti industriali nella "sezione C" dei tecnici italiani, i consigli nazionali baratterebbero la loro disperata sopravvivenza con un improbabile tentativo che definire ormai anacronistico è grottesco...

Non si comprende, poi, quale possa essere il vero vantaggio per i professionisti conseguente dall'attuazione di una simile iniziativa. Comunque, staremo a vedere...

 
[G.U.] Equiparazione DSDFS alla laurea PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Venerdì 24 Febbraio 2012 14:43

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

DECRETO 11 novembre 2011
Equiparazione dei diplomi delle scuole dirette a fini speciali, istituite ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 162/1982, di durata triennale, e dei diplomi universitari, istituiti ai sensi della legge n. 341/1990, della medesima durata, alle lauree ex D.M. 509/99 e alle lauree ex D.M. 270/2004, ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici. (GU n. 44 del 22-2-2012)
 
Parlamento ostaggio delle lobby PDF Stampa E-mail
Articolo di: (username)
Venerdì 02 Marzo 2012 19:36

Il duro scontro che ormai da numerosi mesi sta avendo luogo nel nostro Paese intorno agli Ordini professionali è forse da leggersi anche in una chiave un pò diversa da quelle finora utilizzate. A prescindere dalla evidente valenza politica degli attacchi di Mario Monti contro le “corporazioni” (comunque nel 2005-2006 ne fece di più violenti), l’attuale attrito sembra delinearsi un pò come l'attacco al "potere temporale". In Italia, specialmente in certe realtà, chi entra in quel ruolo, difficilmente ne esce spontaneamente, se non con le gambe davanti...
La visione critica con cui la popolazione, nei sondaggi, nelle discussioni, nei blog ecc., manifesta avversione contro le organizzazioni ordinistiche non è tanto motivata da un anacronistico accentramento di poteri che, francamente non vediamo più (perchè è stato demolito da tempo) - almeno nel nostro ambito- quanto da una poco comprensibile funzione di pubblica utilità alla quale essi dovrebbero assolvere.
In effetti le domande che ribadiamo e sulle quali vi invitiamo a riflettere, vorrebbero una risposta convincente che nemmeno il 1° marzo è stata ventilata durante la reclamizzata manifestazione del CUP. E non siamo solo noi che le poniamo, dato che un noto quotidiano ha pubblicato un articolo dagli stessi toni se non addirittura feroci.

1) Gli Ordini/collegi professionali, tutelano davvero il "consumatore"?
2) I rappresentanti direttivi degli ordini/collegi professionali sono quindi un esempio di etica per gli iscritti?
3) Gli esami di Stato (gestiti anche dagli ordini/collegi) sono davvero selettivi e a garanzia del merito di chi li supera?
4) L'iscrizione ad un ordine/collegio -obbligatoria per esercitare la professione- è sempre garanzia di qualità?
5) Quanto costa allo Stato tenere in piedi questa architettura ordinistica e corporativistica delle professioni?

Noi naturalmente ci riferiamo alle professioni tecniche come la nostra, ma è ovvio che con le dovute cautele si dovrebbe iniziare a ripensare anche alla rimodulazione di quelle sanitarie...
 
Gli Ordini non sono soggetti al controllo di gestione della Corte dei Conti PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
Martedì 21 Febbraio 2012 01:00

Con importante sentenza (sent. Cass Civ., sez. I, 14/10/2011, n. 21226), la Suprema Corte ha stabilito il principio che gli Ordini professionali non rientrano tra le pubbliche amministrazioni soggette al controllo da parte della Corte dei conti. Anche se gli Ordini professionali hanno natura pubblica – argomenta la Corte – ciò non rende legittimo il controllo sui loro bilanci da parte della magistratura contabile vista l'assenza di contributi da parte dello Stato.

Per la Cassazione non può essere l'esistenza o meno di un interesse pubblico al corretto espletamento dei compiti istituzionali da parte degli Ordini professionali a giustificare l'intervento della magistratura contabile quanto piuttosto è necessario stabilire se la natura dell'interesse esistente richieda o meno l'esercizio di un controllo da parte della Corte dei conti sull'attività di gestione di tali enti.

A tale quesito la Corte di Cassazione ha dato risposta negativa in quanto la qualifica di ente pubblico non economico tipica degli Ordini professionali non assume rilievo ai fini dell'insorgenza della soggezione al controllo della Corte dei Conti, con particolare riferimento alle disposizioni di cui all'art. 3, comma 4, della Legge n. 20/1994.

La sentenza è disponibile a questo link

Viene da chiedersi: Se alle pubbliche amministrazioni e persino alla "casta" politica è già imposta la regola della trasparenza, agli ordini professionali, nella fattispecie ai consigli nazionali (e a ciò aggiungiamo anche le casse di previdenza), quando giungerà almeno l'eco lontana dell'istinto, se non quello del dovere etico e morale di uniformarsi alle regole della trasparenza, specialmente in questi anni di diffusa indigenza?

 
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