Il diploma di perito industriale è stato rilasciato unicamente dagli ISTITUTI TECNICI INDUSTRIALI (I.T.I.) fino all'anno scolastico 2013-2014 e non vi è equiparazione con altri titoli diversi di vecchio e nuovo ordinamento (riforma gelmini) ai fini dell'esercizio professionale.

I nuovi Istituti Tecnici - settore tecnologico - (I.T.T.) entrati a regime dall'A.S. 2014-2015 rilasciano diplomi dai contenuti formativi e di denominazione diversi.

Solo il dPR 328/01 ha previsto alcune classi di laurea come alternativi titoli di accesso all'abilitazione all'esercizio della libera professione di perito industriale laureato.

Il termine "perito" deriva dal latino peritus, (esperto, dotto, scienziato) e sta ad indicare chi possiede una approfondita e particolare conoscenza su determinati argomenti.

Il termine "industriale" deriva dal latino indùstria da indùstrius, nel significato di sistema preposto alla produzione di beni materiali e servizi su larga scala, ed è caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine.

Il perito industriale è un tecnico diplomato o laureato (con l'entrata in vigore della L. 89/16 è necessario la laurea) operante, nell'ambito delle proprie competenze e specializzazioni, nei settori ingegneristici industriale, terziario e civile, la cui figura professionale è regolamentata dalla normativa italiana.

Il titolo di perito industriale e la sua abbreviazione scritta correttamente "per. ind.", possono essere utilizzati da chi è titolare del relativa laurea anche se non è in possesso dell'abilitazione all'esercizio della libera professione.

Il titolo di perito industriale laureato e la sua abbreviazione scritta correttamente "dott. per. ind.", possono essere utilizzati da chi è titolare della relativa laurea prevista dal dPR 328/01, dell'abilitazione all'esercizio della professione e dell'iscrizione all'albo professionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati.