Ordini professionali: un "privilegio" tutto italiano Stampa

Articolo di: rinbell (username)
Scritto da per. ind. Rinaldo Belluccio   
Domenica 13 Maggio 2012 09:20

Per tutti i candidati che affronteranno gli esami di abilitazione.

Provino a fare una ricerca con un qualsiasi motore sugli ordini e i collegi professionali. Troveranno diversi e fantasiosi sinonimi: lobby, casta, monopolio ecc. sicuramente insufficienti a chiarirsi le idee su un'invenzione quasi totalmente italiana, di conio fascista e di tacita convenienza multicolore arrivata fino ai giorni nostri...

Anche per libera informazione di chi si appresta a sostenere la prima prova generale dell'esame di abilitazione all'esercizio della professione, cosa sappiamo esattamente sugli ordini professionali?

Questo è ciò che è noto.

  1. Sono inquadrati tra gli enti di diritto pubblico non economico, hanno il compito di tutela del titolo, della professione, del controllo dell'osservanza della deontologia, della lealtà e della probità e correttezza dei professionisti verso i loro clienti e i colleghi della propria o altra professione.
  2. Per esercitare la professione protetta dalla legge si è tuttora obbligati ad essere iscritti negli albi tenuti dagli ordini e collegi provinciali; all'estero (nella maggior parte degli stati europei) la professione tecnica è generalmente libera e le associazioni di categoria sono molteplici e con diversi e rigidi controlli sul rispetto delle regole da parte dei propri iscritti.
  3. Gli ordini/collegi non sono tenuti ad osservare alcun regime fiscale per la loro gestione, meno che per gli ordini/collegi locali che devono (dovrebbero) stilare un conto consuntivo e un bilancio preventivo che troppo spesso si limita a un mero pareggio di cifre a valle di poche e scarne righe illustrative.
  4. I consigli nazionali degli Ordini/collegi non sono tenuti nè a formulare bilanci da rendere pubblici, nè tanto meno, a pubblicare le cifre elargite a titolo di rimborso spese per le più elementari regole sulla trasparenza;
  5. I componenti dei consigli locali e nazionali possono essere rieletti fino a che morte non lo impedisca. Non vi è, quindi alcun limite ai mandati.

Questo, invece è ciò che non è noto.

  1. Quanti sono i casi di tutela del titolo professionale e del "consumatore" affrontati finora dagli ordini/collegi?
  2. I componenti dei consigli locali e nazionali, vengono scelti tra i professionisti in possesso dei giusti requisiti morali e anche di.... casellario giudiziale?
  3. Quanto costa alle tasche dei soggetti obbligati a pagare il contributo annuale, l'esercizio annuale dei consigli locali e nazionali e la formazione della procedura per consentire lo svolgimento degli esami di abilitazione?
  4. Perchè una legge fascista (quella istitutiva degli ordini/collegi) è stata tacitamente passata di mano dai vari governi fino ai giorni nostri, nonostante i moniti contrari della UE?
  5. Gli esami di abilitazione (quelli attuali) e la formazione continua così come ideata da diversi ordini e collegi, sono realmente sufficienti a verificare e provare al cliente l'idoneità del professionista?

Questa è la situazione reale.

Vanno, tuttavia, doverosamente ricordate le attività di alcuni ordini e collegi locali vocate alla piena trasparenza e all'operativa tutela della professione, soprattutto verso il consumatore. Ma, purtroppo, ciò rappresenta più un'eccezione che una regola...

 

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