Parlamento ostaggio delle lobby Stampa

Articolo di: (username)
Venerdì 02 Marzo 2012 19:36

Il duro scontro che ormai da numerosi mesi sta avendo luogo nel nostro Paese intorno agli Ordini professionali è forse da leggersi anche in una chiave un pò diversa da quelle finora utilizzate. A prescindere dalla evidente valenza politica degli attacchi di Mario Monti contro le “corporazioni” (comunque nel 2005-2006 ne fece di più violenti), l’attuale attrito sembra delinearsi un pò come l'attacco al "potere temporale". In Italia, specialmente in certe realtà, chi entra in quel ruolo, difficilmente ne esce spontaneamente, se non con le gambe davanti...
La visione critica con cui la popolazione, nei sondaggi, nelle discussioni, nei blog ecc., manifesta avversione contro le organizzazioni ordinistiche non è tanto motivata da un anacronistico accentramento di poteri che, francamente non vediamo più (perchè è stato demolito da tempo) - almeno nel nostro ambito- quanto da una poco comprensibile funzione di pubblica utilità alla quale essi dovrebbero assolvere.
In effetti le domande che ribadiamo e sulle quali vi invitiamo a riflettere, vorrebbero una risposta convincente che nemmeno il 1° marzo è stata ventilata durante la reclamizzata manifestazione del CUP. E non siamo solo noi che le poniamo, dato che un noto quotidiano ha pubblicato un articolo dagli stessi toni se non addirittura feroci.

1) Gli Ordini/collegi professionali, tutelano davvero il "consumatore"?
2) I rappresentanti direttivi degli ordini/collegi professionali sono quindi un esempio di etica per gli iscritti?
3) Gli esami di Stato (gestiti anche dagli ordini/collegi) sono davvero selettivi e a garanzia del merito di chi li supera?
4) L'iscrizione ad un ordine/collegio -obbligatoria per esercitare la professione- è sempre garanzia di qualità?
5) Quanto costa allo Stato tenere in piedi questa architettura ordinistica e corporativistica delle professioni?

Noi naturalmente ci riferiamo alle professioni tecniche come la nostra, ma è ovvio che con le dovute cautele si dovrebbe iniziare a ripensare anche alla rimodulazione di quelle sanitarie...

 

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