Da sempre abbiamo invocato la trasparenza e la limpidezza finanziaria nella gestione del complesso sistema ordinistico, da tempi non sospetti e ben prima che lo Stato ordinasse anche a tale mondo di pubblicare i bilanci.

Ad onor del vero, il CNPI i bilanci li ha pubblicati online, comunque sfidando il comune senso del pudore dato lo sperpero talvolta indecente e per nulla intimidito dalla congiuntura di questi anni di magra, delle risorse elargite a titolo di rimborso spese ai consiglieri e per consulenze.

Vedasi un mio post del 2014:

costi CNPI, mettete ora altri "mi piace"!

Ma quanti collegi provinciali hanno pubblicato online i loro bilanci locali e, soprattutto, quanti hanno osservato le vigenti norme di trasparenza, dei consigli di disciplina imposti dalla legge nazionale?

Di questo argomento abbiamo lungamente scritto e parlato e sappiamo che un noto rotocalco televisivo nazionale sta conducendo un'inchiesta specifica e molto dettagliata anche sulla base di nostre segnalazioni.

Ci arrivano spesso denunce di fatti, talvolte ben documentate, che definirle dal contenuto delittuoso a danno dell'immagine e delle istituzioni dello Stato, sarebbe un eufemismo, ma abbiamo deliberatamente taciuto o perchè era in corso un iter giudiziario istruttorio o vi erano alcuni elementi di incertezza.

Ma quando la magagna arriva in parlamento con una precisa interrogazione, allora vuol dire che la denuncia esige anche una risposta politica che finora, evidentemente, non è stata soddisfatta.

Fa però piacere veder condivisi i nostri valori e principi anche dall'on. Walter Rizzetto, che non esita a ritenere l'attuale conformazione ordinistica come un colabrodo che si tiene a galla sfidando le leggi della fisica.

Resta solo da sottolineare che se è vero che la vigilanza sugli ordini e collegi delle professioni tecniche spetta al Ministero della Giustizia, quest'ultimo si serve dei consigli nazionali per il diretto ricevimento e controllo dei reclami per le irregolarità segnalate dai singoli iscritti almeno per l'iter elettorale.

Tutto questo è stato sempre fatto dal CNPI e, se sì, con quali modalità?

Perchè se ciò dovesse essere stato fatto male o addirittura fatto per niente, non solo i componenti del CNPI dovrebbero dimettersi, ma ne dovrebbero anche rispondere del loro operato sotto gli aspetti penali e civili.

Penso che il CNPI debba, prima del governo, dare una risposta chiara e non limitarsi a usare la parola trasparenza per fare facile propaganda.

Eppure, dalla letteratura che raccogliamo, il CNPI appare in realtà, contemporaneamente, il difensore d'ufficio nonchè l'autorità giudicante (per il MinGius) dei singoli collegi anche nelle situazioni più imbarazzanti. Ma che razza di guazzabuglio è mai questo?

Insomma, i tempi sono maturi, anzi marci, per archiviare questa spiacevole quanto inutile storia del sistema ordinistico italiano.

Naturalmente, seguiremo questa ed atre vicende e le pubblicheremo, almeno per rassicurarci che al peggio non vi è proprio mai fine...